70 ANNI DI CAIREPRO:IL 15 DICEMBRE LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SULLA STORIA DELLA COOPERATIVA
Il 15 dicembre, alle 18:30, verrà presentato nella Sala Grasselli della Camera di Commercio di Reggio Emilia, in Piazza della Vittoria a Reggio Emilia il volume: “Coscienza Visione Progetto – La Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia”, edito da Quodlibet.
L’evento, che ospiterà brevi interventi di saluto e di esposizione dell’opera, sarà seguito da un aperitivo offerto a tutti gli intervenuti, per gli auguri natalizi e per condividere con un brindisi questa ricorrenza festosa.
Il volume, a cura di Paolo Genta e Andrea Zamboni, ripercorre i settant’anni di storia ininterrotta della prima cooperativa di professionisti e intellettuali. Partecipazione, autorialità condivisa, collaborazione, anonimato, anima plurale, sono i temi ricorrenti che costituiscono il leitmotiv di questo racconto fatto di testimonianze e immagini a volte rare e inedite, che documentano il percorso unico di questo “collettivo” dalle origini ai giorni nostri. Racconto che ai tecnici di oggi e di domani potrà ispirare un modo nuovo (e antico) di intendere l’impegno professionale e ai concittadini dei protagonisti farà scoprire o ricordare una storia comune, un’appartenenza e una visione condivisa.
La presentazione del volume avviene in una location speciale che simbolicamente unisce storia e attualità: la Camera di Commercio, opera celebre dei fondatori, di fronte alla Piazza della Vittoria che i soci di oggi hanno progettato di recente nel cuore della loro città.
(http://www.cairepro.it/cairepro70; Booklet: http://www.cairepro.it/cairepro70/CVP.pdf). L’iniziativa ha il patrocinio dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Reggio Emilia”.
Fondata nel 1947 da un gruppo di giovani formatisi al Politecnico di Milano sotto il magistero di Franco Marescotti, la Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia è la prima cooperativa di professionisti e intellettuali. Nasce dalla rivoluzionaria ambizione di armonizzare due modelli che apparivano inconciliabili: quello cooperativo del lavoro manuale e quello individuale delle discipline intellettuali. Il gruppo fa leva su competenze multidisciplinari (vi hanno sempre operato urbanisti, architetti, ingegneri, economisti), ma senza con ciò tradire le diverse anime dei soci, a partire dai nove fondatori, in una regione e in una città fortemente segnate da varie sfumature di «misticismo cooperativo»: dossettiana, socialista, laico-liberale. Infatti, il punto di forza sta proprio nell’«anima plurale» del progetto, a tutte le scale – dalla dimensione territoriale a quella architettonica, dagli interni ai dettagli, in un sapiente dosaggio di artigianato e prefabbricazione che costituisce il segreto del suo successo nazionale e internazionale. Il presente volume ripercorre i settant’anni di una storia ininterrotta che vede il succedersi di una moltitudine di soci e professionisti, e trova così, in questo specchio dell’architettura italiana, molte ragioni per rivalutare il modello non-autoriale e collaborativo.
Gli autori. Paolo Genta, ingegnere, entra in Caire nel 1990, di cui diviene socio nel 1993, ed è socio fondatore di Caire Pro e di Caire Urb. Svolge la sua attività professionale e manageriale dapprima interamente all’interno di Caire e poi, dal momento della sua costituzione, all’interno di Caire Progettazione, divenendone consigliere di amministrazione nel 2005 e presidente dal 2011 al 2017. Collabora con alcuni soci fondatori e soci della prima ora di Caire, tra cui Franco Valli, Aldo Ligabue, Antonio Rossi, Paolo Voltolini, Ermanno Grasselli, Nanni Ferrari, e in quasi trent’anni svolge la sua attività in numerosi progetti, in quasi tutti i campi della tecnica: strutture, infrastrutture, informatica applicata, trasporti, architettura tecnica, ambiente, impianti, energia e sicurezza. È membro della direzione nazionale di Legacoop Produzione e Servizi. Andrea Zamboni, architetto, è dottore di ricerca e docente di Progettazione architettonica presso l’Università di Bologna. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Dominique Perrault (Motta/Actes Sud, 2010), Architettura del Novecento a Reggio Emilia (Bruno Mondadori, 2011), Dall’involucro all’invaso. Lo spazio a pianta centrale nell’opera architettonica di Adalberto Libera (BUP, 2015), oltre a quelle apparse sugli archivi di Carlo Lucci, Antonio Pastorini e Prospero Sorgato. Dal 2013 fa parte del Centro Studi della rivista internazionale «Domus», dove si occupa di progetti speciali come Future AfricanCities (2017), numero zero di «Domus Africa». È cofondatore di Zamboni Associati Architettura.
«C’è sempre nei loro discorsi, anche quando sono spregiudicati, un fondo di moralismo. Non per niente – scrive Raffaello Baldini – gli amici li chiamano calvinisti. Resta il fatto che oltre a essere calvinisti sono anche l’unica cooperativa del genere che esista in Italia e forse in Europa […] Ma i nove di Reggio hanno capito molte cose. Soprattutto, come dicevamo, hanno buttato a mare l’architettura di carta, quella che pare soltanto disegnata e irrimediabilmente anonima, anche quando è “fatta” piano su piano, per sei-sette-otto piani. C’è nelle loro opere un robusto senso del costruire».
«L’anonimato – scrive Bruno Zevi – serve a mortificare le vanità individualistiche, ha un valore umano e artistico insieme […] L’attrazione che essa esercita cresce: la grande piazza coperta della Borsa Merci dimostra che il lavoro in collaborazione non esclude la realizzazione di opere artisticamente qualificate. Garantisce un alto livello di costume professionale, e non uccide la fantasia».
«Rimane viva – spiega Andrea Zamboni – l’eccezionale intuizione e premonizione dei fondatori della Cooperativa. L’idea di un collettivo di professionisti di diverse discipline, portatori di differenti visioni e di un’autorialità condivisa, ha un significato che la rende a tutt’oggi attuale, portandola in questo millennio come modello aperto. Il che significa trovare, nel suo patrimonio immateriale, i semi di una professione capace di mutare rigenerandosi».