Giannetto Gatti, un cooperatore attraverso due secoli
Mi sento onorato di essere stato chiamato a scrivere di Giannetto Gatti. Lo dico in quanto doverosa premessa che aiuta a comprendere i sentimenti che nutro nei confronti di una persona alla quale voglio bene, e per la quale ho una profonda stima, considerazione, ammirazione. Io vivo praticamente a Novellara dalla fine degli anni ’60, da quando ho iniziato a giocare nella mitica Siloplast, la squadra di pallacanestro locale. Ma fino agli anni ’90 non ho conosciuto personalmente Giannetto; l’ho sentito spesso nominare da mia suocera e da altre persone che furono anch’esse protagoniste negli anni del dopoguerra, quelli della rinascita, della conquista dei diritti, dell’emancipazione sociale d’intere generazioni. Sentivo parlare di Lui da Tonino Mariani, da Marta Beltrami e da altre donne e uomini (Dilva, Edda e Gina, Corradini e Crotti) che hanno, come prima dicevo, segnato e caratterizzato un periodo importante della nostra storia: personaggi che ti affascinavano e che ti colpivano per la forza e per la capacità con le quali si sono impegnati per il bene comune, per la crescita democratica di Novellara e per l’affermazione di una società di eguali. Ho idealizzato queste figure, ho cercato d’apprendere da loro, ho ascoltato i loro racconti, ho posto nel mio cuore i valori e i principi che danno un senso alla vita e una dimensione sociale ad una persona. Giannetto l’ho conosciuto un giorno in Comune. Venne da me con Fausto Carusella e mi venne a parlare della Latteria San Giovanni e dei loro programmi d’innovazione e di sviluppo dell’attività. Ascoltavo questa persona, non più giovane, che esprimeva concetti, logiche, necessità, programmi ben studiati, e lo faceva in un modo che contagiava, che dimostrava leggerezza, trasparenza, e che faceva emergere una giovinezza vera, non targata dall’anagrafe ma da un entusiasmo genuino e sincero. Era venuto da me perché la burocrazia degli uffici avrebbe procrastinato gli interventi a tempi non definibili, con il rischio di rendere finanziariamente ed economicamente non compatibile il piano d’ammodernamento necessario per rispettare le leggi e rimanere sul mercato. Ogni tanto volgevo lo sguardo verso Fausto Carusella, il quale mi faceva intuire che l’uomo e proprio quello, concreto, serio, determinato, sincero. Chiesi ad entrambi di seguirmi all’ufficio tecnico. Volevo verificare le difficoltà reali, capire le argomentazioni degli uni e degli altri. Sinceramente avevo però già deciso che le ragioni di Giannetto, di Fausto e della Latteria non potevano che essere quelle giuste: c’è spesso qualcosa di superiore che t’aiuta a comprendere. Nell’occasione quel qualcosa aveva un nome e un cognome: Giannetto Gatti, la cui ragioni stavano nel suo parlare con il cuore in mano, senza interessi di tipo personale, con la forza di una storia personale bella e di assoluta garanzia. All’ufficio tecnico, dopo qualche richiamo a leggi, circolari e regolamenti, ci si intese, si presero degli accordi seri, si ipotizzò un percorso chiaro e di garanzia per le parti, si definì un responsabile del procedimento amministrativo. Giannetto si sentì tutelato e in grado d’andare ad assumersi gli impegni per un investimento dai valori monetari del tutto ragguardevoli. L’uomo è uno di quelli alla Tonino Mariani, vale a dire di quelli che sanno stare un passo davanti alla legge, senza infrangerla, e che quando ti stringono la mano non c’è atto o rogito o notaio che tenga. In seguito c’incontrammo abbastanza spesso, tra visite alla Latteria per incontri di vario tipo, assemblee di bilancio, delegazioni che venivano dall’estero a vedere l’Emilia del sociale, del Parmigiano – Reggiano, della politica dei don Camillo e dei Peppone. Quando passo da casa sua per i saluti di Natale o per altre occasioni, mi piace andare non in modo fugace o rituale; mi piace ascoltare il percorso di una vita che nasce nelle nostre campagne, nella scelta della lotta partigiana, della cooperazione, dell’impegno politico, dell’impegno sociale. Giannetto è un over 90 ed è ancora in prima linea. E lì in trincea per volere dei Soci che hanno ancora bisogno di Lui. Un bisogno collegato a trarre profitto dalla sua esperienza, saggezza, equilibrio, ma credo principalmente dalla forza morale e dalla energia dell’uomo, dalla sua voglia di fare, di capire l’evolversi dei tempi, di schierarsi per l’innovazione, di leggere il domani con il cuore nel passato e la mente nel futuro. All’inaugurazione della Latteria sociale San Giovanni, avvenuta nel 2005 dopo gli importanti lavori d’ampliamento e di ristrutturazione, l’ospite d’onore, Romano Prodi, tracciò un quadro chiaro sul valore dell’economia agricola nei nostri territori. Una riflessione per nulla di circostanza, nella quale l’uomo, il dirigente, il cooperatore Giannetto Gatti ebbe un posto di riguardo, perché esempio di virtù, quelle virtù che hanno sempre rappresentato e rappresentano la straordinarietà della nostra gente, del nostro essere individui e comunità nella stessa misura, nello stesso tempo. Giannetto è ancora sulla breccia per il semplice fatto che è sempre stato uno di noi, con un ruolo diverso, ma uno di noi. Non si è mai messo su di un piedistallo a dispensare ricette, verità, pretendere elogi. E’ stato uno dei noi (il noi per un cooperatore è titolo di grande merito) in tutte le scelte che ha fatto: nel suo ruolo di responsabile nelle file dei partigiani; nel decidere che la terra, acquisibile per legge a condizioni di tutto favore, doveva comprarla la cooperativa e non i singoli soci (patrimonio comune); nel ruolo politico/amministrativo al servizio della nostra gente; quale presidente di una cooperativa agricola che è tuttora tra le più importanti e prestigiose d’Italia; quale guida di un caseificio (l’unico rimasto nel nostro territorio) che è un modello d’efficienza, modernità, qualità dei prodotti che lì nascono, prendono corpo, si stagionano, vale a dire che fanno un percorso virtuoso che tanto assomiglia alla vita di un uomo, di un padre di famiglia, di un dirigente cooperativo, di una brava persona che al secolo risponde al nome di Giannetto Gatti.