AGRINSIEME REGGIO EMILIA: EMERGENZA REDDITO PER GLI AGRICOLTORI. MENO TASSE E BUROCRAZIA
Copagri aderisce ad Agrinsieme Reggio Emilia. Salgono così a sei le organizzazioni legate da un accordo interassociativo, che operano in modo coordinato ed unitario: Cia, Confagricoltura, Copagri (organizzazioni professionali); Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare (centrali cooperative, a loro volta riunite nell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari). Agrinsieme rappresenta a Reggio Emilia una larga maggioranza delle aziende agricole; da esse e dalle cooperative agricole rappresentate, viene inoltre generata gran parte dell’occupazione agricola della nostra provincia e ad esse si lega la quasi totalità della produzione di vino e di Parmigiano Reggiano. L’adesione è stata ufficializzata nei giorni scorsi nel corso di una riunione del coordinamento provinciale. “La ragione della nostra adesione ad Agrinsieme è nella stessa natura di Copagri, che è nata come aggregazione di diverse associazioni – ha detto il suo presidente provinciale, Giuseppe Carini -. L’unità è nel nostro Dna, per questo abbiamo deciso di fare questo sostanziale passo avanti. Aderiamo ad Agrinsieme per semplificare la rappresentanza delle imprese agricole. Unità è ciò che chiedono i produttori”.
Deciso poi il passaggio del testimone da Confagricoltura (dapprima Lorenzo Melioli, quindi ultimamente Marcello Bonvicini) al presidente Cia Antenore Cervi, che assume l’incarico di nuovo coordinatore di Agrinsieme. A Melioli in particolare è andato il ringraziamento di tutti i rappresentanti delle Associazioni, per come ha saputo gestire la delicata fase di avvio del Coordinamento, nato il 20 giugno 2014.
“Insieme – afferma il nuovo coordinatore, Cervi – abbiamo condotto le battaglie nazionali in materia di tutela delle imprese e riduzione dell’impatto fiscale e per il sostegno all’agricoltura in aree fragili. Continueremo ora – afferma Cervi – l’azione avviata; per quanto riguarda la tassazione Agrinsieme chiederà al Governo una rapida e definitiva soluzione del problema chiedendo un segnale tangibile già dall’abolizione della rata Imu di dicembre 2015. Agrinsieme – aggiunge Cervi – intende intensificare l’azione per rilanciare, in modo particolare, le filiere a maggior valore aggiunto che nel nostro territorio sono sostanzialmente 3: zootecnia, vitivinicoltura e ortofrutta. Partendo dalla zootecnia, un settore in crisi ancora per diversi motivi, va posta attenzione alla fine del regime delle quote latte, con una strategia nazionale condivisa sia per il settore lattiero caseario sia per il settore carni; si evidenzia poi come la mancanza di organizzazione e concentrazione dell’offerta sia il problema su cui occorre lavorare. Riguardo all’ortofrutta assistiamo ad un andamento non positivo del settore. Sull’Anguria Reggiana (felice eccezione in un quadro complicato) abbiamo sostenuto con forza l’azione per giungere al riconoscimento Igp. A giudizio di Cervi nel settore vitivinicolo, “diventa sempre più importante rafforzare la nostra presenza sui mercati ‘lontani’ ed entrare in nuove ‘piazze’. Prossimamente – afferma Cervi – il coordinamento affronterà il tema del rinnovo della governance nella bonifica, dandosi l’obiettivo della maggiore unità possibile nel mondo agricolo ma soprattutto lavorando ad una proposta programmatica che sappia affrontare i vari temi aperti (classificazione, scarsezza acqua in Val d’Enza…) dialogando con tutti gli enti che partecipano al Consorzio. Infine – conclude Cervi – siamo impegnati nell’attività del Gal e nell’elaborazione del suo piano d’azione, strumento chiave per la tutela di un territorio come quello montano, dove il ruolo delle aziende agricole e del settore agroalimentare è fondamentale”.