Andria: il 12 ottobre un convegno sui rapporti tra urbanistica, relazioni di vicinato e vita di comunità
La cooperativa di abitanti Andria, con i Comuni di Carpi e San Martino in Rio e in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Reggio Emilia organizza il 12 ottobre a Carpi il convegno “Luoghi e Comunità. Riflessione sui rapporti tra urbanistica, relazioni di vicinato e vita di comunità”. Il convegno, coordinato dal presidente di Andria Sergio Calzari, si terrà a partire dalle 9:30 nella Biblioteca Multimediale Arturo Loria, in via Rodolfo Pio.
Interverranno Alberto Bellelli, assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Carpi, Luciano Pantaleoni, architetto di Andria, Simone Tosi, assessore all’Urbanistica e ambiente del Comune di Carpi, Oreste Zurlini, sindaco di S. Martino in Rio, Riccardo Prandini, docente Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, Vincenzo Marrone, dottore di ricerca Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, Carlo Colli del Comitato di quartiere “Oltre le Querce” S. Martino in Rio, Riccardo Isani del Quartiere “Remesina” Carpi, Raymond Lorenzo City Planner, Giani Franz, docente Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, Gian Carlo Muzzarelli, assessore dell’Emilia-Romagna alle Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, edilizia.
“Il convegno – spiega Luciano Pantaleoni di Andria – intende riflettere sul rapporto che esiste tra la costruzione urbanistica della città e la nascita di relazioni sociali. Si è sviluppato in questi anni un ampio dibattito sui “luoghi” e “non luoghi” della città moderna. Marc Augé, noto sociologo francese, ha sviluppato interessanti riflessioni sulle necessarie qualità dei luoghi: avere identità, creare relazione, mantenere un legame con la radice (storia). Negli ultimi anni in Italia le città si sono sviluppate non tanto con piani urbanistici organici ma attraverso un uso spregiudicato delle “lottizzazioni”.
La “lottizzazione” è stata un efficace strumento di suddivisione della redditività derivante dallo sviluppo della città. Mentre invece si è dimostrato un assoluto fallimento per la creazione di qualità urbana. La realizzazione di strade e lotti con capacità edificatoria rimanda al momento realizzativo ogni scelta e il risultato finale non è altro che l’insieme disarmonico di progetti accostati casualmente. Viene esaltata la privatizzazione degli spazi (dentro ai lotti) mentre sono emarginati i luoghi di incontro e di socializzazione quasi mai progettati.
La città può anche essere costruita progettandola in modo integrato e unitario fin dall’inizio e partendo da altri riferimenti. Attraverso un intensa attività di ascolto e di partecipazione si possono individuare i bisogni i desideri e le aspettative delle famiglie e porli al centro delle scelte progettuali. Queste indicazioni possono poi essere implementate attraverso lo studio delle più interessanti esperienze a livello mondiale. (Nord Europee ma anche Americane)