CONCLUSE LE GIORNATE DELLA COESIONE SOCIALE
Si è tenuta il 6 giugno la cerimonia di chiusura di Social Cohesion Days con una cerimonia dedicata a ‘Le parole della Coesione Sociale’ introdotta da Traute Meyer docente di Politica Sociale all’Università di Southampton (UK). Sono seguiti i report delle giornate di lavoro a cura di Paolo Graziano – Università ‘L.Bocconi’ Milano, Matteo Jessoula – Università degli Studi di Milano, Michele Raitano, Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’ e Emmanuele Pavolini – Università degli Studi di Macerata che hanno evidenziato l’importanza di un focus permanente sui temi della Coesione Sociale – i report completi saranno disponibili nei prossimi giorni nell’area press del sito socialcohesiondays.com. Tanti e di altissimo livello i contenuti emersi durante le giornate che lasciano e lanciano un messaggio importante ai policy maker e a tutti gli attori della società civile per una maggiore attenzione alle politiche del welfare e la necessità di costruire, di concerto, nuove strategie di protezione delle persone durante lo scorrere della loro vita: dalle politiche educative, alle politiche per il lavoro, dalle politiche sanitarie e di assistenza alle politiche pensionistiche.
Chiara Saraceno, sociologa dell’Università di Torino, intervenuta ai Social Cohesion Days durante la giornata di chiusura ha spiegato: “La coesione sociale è un problema in un contesto di aumento delle disuguaglianze, di aumento della povertà e di crescita dei populismi come risposta puramente narrativa a problemi irrisolti, anzi incancreniti, che dividono la popolazione e che non affrontano la questione della crescente insicurezza” E ha continuato: “Laddove il lavoro viene perso, la povertà aumenta e le situazioni di periferia non vengono affrontate in modo sistematico, è facile trovare capri espiatori esternalizzando i problemi senza affrontarli dove si trovano. Secondo una recente indagine internazionale, gli italiani sono tra i cittadini che hanno il più alto tasso di ostilità nei confronti delle minoranze, in particolare della minoranza rom, seguita dalla minoranza islamica … Quindi, invece di considerare le cause interne di queste disuguaglianze e di questi disagi, si pensa che tutto il problema siano queste persone. È un fenomeno ben noto, ma molto rischioso che ci segnala come dobbiamo lavorare sulla coesione sociale”.
Tra i presenti alla cerimonia di chiusura anche il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi: “I Social Cohesion Days sono stati una grandissima occasione di discussione, di confronto, di crescita per la città sicuramente, e io credo anche per il nostro Paese. Avere ospitato il Forum a Reggio Emilia è stato motivo di grande onore e un’opportunità perché ci ha consentito almeno due cose: da una parte di ospitare un grande progetto di proiezione nazionale e internazionale, in una città che ha una credibilità, un’autorevolezza e una storia sui temi del welfare e del Terzo Settore – della coesione sociale in senso lato – in grado di poter partecipare attivamente a un percorso di questo genere. E questa è la ragione per cui abbiamo collaborato attivamente all’organizzazione di queste giornate. In secondo luogo perché abbiamo bisogno di discutere su questi temi. Discutere a fondo su quelli che sono i problemi della vita quotidiana delle persone, delle fragilità sociali, del lavoro, delle pensioni, di come cambiano le nostre società. E abbiamo bisogno di farlo anche in un’epoca nella quale si discute anche un po’ troppo di un pensiero unico monetarista, di austerity. Il premio Nobel, Maskin c’è l’ha detto con molta chiarezza: gli Stati Uniti sono usciti per primi dalla crisi perché hanno investito anche risorse pubbliche importanti. Queste giornate sono state, quindi, anche un momento di crescita culturale e civile della città perché hanno consentito di sedimentare un pensiero alternativo rispetto a quello dominante del momento. In virtù di queste ragioni Reggio Emilia si candida a proseguire questo percorso”.
Il portavoce delle Giornate della Coesione sociale e coordinatore del Comitato Scientifico, Raul Cavalli, nel suo discorso di chiusura di Social Cohesion Days: “È stato fondamentale organizzare un’iniziativa di questo tipo che parlasse di coesione sociale in questo momento in cui il Paese e l’Europa sono distratti da tematiche legate al rigore di bilancio, alla crescita economica. Troppo raramente si ricorda che il progresso economico deve essere finalizzato a un vero progresso umano e non fine a sé stesso. Dobbiamo infatti ricordarci che quel miracolo che è avvenuto in Europa negli ultimi cinquant’anni, cioè quel periodo di pace e di benessere che il continente europeo non ha mai vissuto nella sua storia, è frutto essenzialmente di due decisioni entrambe politiche. Uno è stato il progetto europeo e l’altra una massiccia deliberazione di politiche di coesione sociale. Una visione di futuro e delle politiche di coesione ci hanno regalato cinquant’anni unici nella storia dell’umanità. Negli ultimi trent’anni le tematiche per la coesione sociale sono scemate e il mondo, la nostra politica, e di conseguenza anche la nostra società, si sono occupati sempre più di temi legati all’economia. Si è sostituito il successo con la felicità, il merito con la furbizia, la libertà con la fedeltà. Vorremmo riportare al centro dell’agenda politica, nel dibattito della società civile e nei lavori della comunità scientifica i temi della coesione sociale. Vorremmo parlare di salute, di assistenza, di anziani, di bambini, di educazione, di istruzione, di formazione, di pensioni e di lavoro”.
Durante Social Cohesion Days sono state realizzate 20 micro interviste agli ospiti e organizzatori visibili nell’area press del sito socialcohesiondays.com o sul canale di socialcohesiondays su YOUTUBE. Tra gli intervistati: Eric Maskin, Giuliano Poletti, Romano Prodi, Chiara Saraceno, Paolo Graziano, Matteo Jessoula, Michele Raitano, Emmanuele Pavolini, Alessandro Bergonzoni.
Il press kit, tutti i comunicati stampa e le immagini del backstage del docu-tour su www.socialcohesiondays.com/press