“Crisi e cooperazione: Terzo Settore a confronto”. Il convegno dell’Idv a Reggio Emilia
Un pubblico numeroso, qualificato e attento, composto anche da operatori del Terzo Settore ed in particolare della cooperazione sociale, ha partecipato il 1 dicembre al convegno “Salviamo il Terzo Settore dalla voracità del Governo delle banche e dai predoni del mercato”, organizzato a Reggio Emilia dall’Italia dei Valori. Il drammatico presente e il futuro negato al Terzo Settore italiano sono stati al centro delle riflessioni degli esponenti di associazioni di volontariato, della cooperazione sociale e di organizzazioni non profit territoriali. L’Idv ha presentato una serie di proposte operative e di progetti di riforma per puntare ad una organicità normativa a sostegno al settore: in particolare verrà proposto un Disegno di Legge che finalmente regolamenti in maniera unitaria il Terzo Settore dal punto di vista giuridico e fiscale. Numerosi e qualificati i relatori. Mauro Ponzi, presidente delConsorzio Oscar Romero ha sostenuto la necessità di cambiare modello, ma ciò non è semplice: la politica non ha strumenti ne’ progetto. Il Terzo Settore prevalentemente non ha ancora focalizzato come cambiare modello. Cosa muove questo cambiamento? L’enorme quantità e la pressione di nuovi bisogni insoddisfatti sta gradualmente demolendo le rigidità dell’attuale sistema politico, economico e sociale del nostro Paese. Non esiste più una distinzione netta fra ciò che é politico, ció che economico e ciò che è sociale; un’evidenza di questo possiamo osservarla guardando all’impresa sociale. L’impresa sociale ed in particolare la cooperazione hanno la responsabilità, attraverso percorsi di innovazione, di realizzare quelle esperienze capaci di rigenerare il valore e la pratica di cosa è pubblico e di come si gestisce, declinando il principio del cooperare tanto nel mercato quanto nel rapporto con la pubblica amministrazione.
Guido Saccardi, presidente di Coopselios, ha presentato alcuni dati di sintesi della cooperazione sociale Legacoop a Reggio Emilia e in Regione. Poi ha affrontato le prospettive di sviluppo del settore per le cooperative di tipo A. Al centro della sua relazione anche l’integrazione tra la cooperazione sociale di tipo A e B, e l’integrazione con il movimento cooperativo. Saccardi ha anche parlato di modelli innovativi di welfare e di collaborazione pubblico – privato come opportunità di crescita per la cooperazione sociale. Infine, ha sottolineato come la tutela del lavoro, dei diritti e della legalità siano e debbano essere valore di riferimento per la cooperazione sociale.
Giulia Bassi (Forum Terzo Settore) ha presentato e commentato uno studio che il Forum ha effettuato insieme ad Unioncamere regionale sullo stato del Terzo Settore a Reggio Emilia. Si stima che il numero complessivo delle organizzazioni rientranti nell’ambito del settore in Italia siano circa 235.000. A Reggio Emilia sono presenti circa 670 organizzazioni, delle quali 104 cooperative, 263 associazioni di volontariato e 299 associazioni di promozione sociale; il 51,6% dei reggiani è socio di una di queste realtà, mentre il numero dei volontari supera le 26mila unità. Nel Reggiano, il Terzo Settore dà lavoro a circa 11mila persone, pari il 4,1% dei lavoratori dipendenti. Una ricchezza qualitativa e quantitativamente significativa oggi compressa dalla crisi e dai provvedimenti del “Governo dei professori”. Alberto Borin, responsabile nazionale Terzo Settore Idv, ha chiesto uno snellimento della parte burocratica; la istituzione di una Anagrafe unica delle Organizzazioni di Volontariato (OdV) a livello nazionale. Ha poi sottolineato come si debba definire una volta per tutte cosa si intende per “attività commerciali marginali” in modo da evitare che in Italia ci siano OdV rispettose alla lettera di tale norma e altre che praticamente gestiscono attività commerciali vere e proprie. E definire con chiarezza il ruolo delle OdV nella gestione di servizi socio assistenziali e solidaristici in convenzione con Enti pubblici, stanziando budget ben precisi, definendo l’iter di autorizzazione in modo univoco, favorendo le OdV meglio organizzate per tali attività. Infine ha chiesto l’esclusione da alcune imposte specifiche come l’Irap. Borin ha proposto anche la presentazione di un Disegno di Legge che regolamenti l’intero Terzo Settore, dal punto di vista giuridico e fiscale, e che intervenga per riformare il Titolo II del Libro I del Codice Civile in materia di disciplina delle fondazioni, associazioni e comitati.
Lucia Fusco, consulente senior/projectmanager per Pmi e TerzoSettore, già direttore dell’Ufficio Rappresentanza di Legacoop presso l’Ue, ha parlato tra l’altro delle caratteristiche dei progetti europei e di raccolta fondi. Ha poi sottolineato come il Terzo Settore si batta in Europa, come in Italia, per raggiungere gli stessi obiettivi. E dall’Europa potrebbe venire un messaggio d’incoraggiamento per il settore e di sollecito ed esempio alle Istituzioni nazionali. Il lavoro già fatto in Europa potrebbe rendere più semplice il lavoro del legislatore italiano. In Europa dove la composizione del tessuto non-profit è molto più eterogenea e molto diverse sono le legislazioni nazionali, alcune organizzazioni si sono raggruppate intorno a valori e principi comuni e hanno fondato un organismo di rappresentanza (Social Economy Europe), che rappresenta il settore in Europa e dialoga con le istituzioni europee. La lobby esercitata dalle organizzazioni dell’economia sociale ha portato all’adozione dello Statuto della cooperativa europea mentre quelli della “Mutua europea”, dell‘”Associazione europea” e “della Fondazione europea” sono fermi da 14 anni.
Francesco Fantuzzi, coordinatore cittadino e responsabile regionale del dipartimento Economia e Finanza dell’Idv ha sostenuto la necessità di rispondere alla crisi offrendo un modello e una visione alternativi a un mercato sempre più inefficace e controproducente, non solo economicamente ma anche socialmente, e alle ricette che la classe politica prima e i tecnici poi hanno proposto: il Terzo Settore è una risposta economica e sociale alla crisi, oltre l’ormai sterile contrapposizione stato-mercato, pubblico-privato e perciò deve essere tutelato. Quando emergono tutti i difetti di un capitalismo aggressivo e lontano dalla gente si scopre che cooperare è meglio che competere a difesa dei cittadini, in termini di tutela della occupazione e di risposta ai bisogni delle fasce più deboli, esprimendo una responsabilità sociale che il profit declina a sufficienza.
Fantuzzi ha proposto infine ai presenti di ritrovarsi entro 6 mesi per dare vita in loco agli stati generali del terzo settore: oggi il comune ha attivato quelli del welfare ma possiamo fare di più: l’invito è quindi esteso a tutti i presenti e alla maggioranza che governa il territorio. Sono intervenuti anche Alessandro Lelli (responsabile nazionale Dipartimento Economia e Finanza Idv) e Filomena De Sciscio, vicesindaco di Reggio Emilia. Ha moderato il convegno la giornalista Francesca Chilloni (Giornale di Reggio).