La cooperazione entra nell’Università: Simona Caselli è entrata nel Cda dell’Università di Parma
La recente nomina del nuovo Cda dell’Università di Parma presenta una novità di grande rilevanza per il mondo accademico, ma non solo. Per la prima volta, infatti, le porte della massima istituzione formativa della città d’oltre Enza si aprono alla cooperazione ed all’economia sociale.
La Riforma Gelmini, tra i rinnovamenti introdotti, ha ridotto il numero dei membri del Consiglio, e previsto l’ingresso di membri esterni, in grado di portare un contributo strategico e una concreta visione d’impresa. Tra questi, nel Cda dell’Università degli Studi di Parma nominato in questi giorni, si annovera Simona Caselli, tra i protagonisti della cooperazione emiliana, e attualmente presidente di Legacoop Reggio Emilia.
Si tratta di un segnale inedito e positivo in vista di una fattiva collaborazione tra mondo accademico e mondo cooperativo; di questo, sono convinti sia Simona Caselli che Andrea Volta, presidente di Legacoop Parma, che in una dichiarazione congiunta sottolineano come questa nomina sia “un riconoscimento di valore per un modello economico di peso non solo a livello locale”.
In particolare, il comparto dell’agroalimentare, il cui polo tecnologico è proprio il fiore all’occhiello dell’Università di Parma, è sostenuto in tutta la regione in buona parte dal sistema cooperativo, un vanto e un traino per l’economia nazionale.
L’Università è un’istituzione di importanza fondamentale per il territorio, sia per il ruolo nella promozione del capitale umano sia per l’attività culturale e di ricerca, essenziale per la crescita sociale ed economica. La cooperazione si sente impegnata quindi a sostenere il potenziamento del rapporto fra ateneo, comunità ed imprese in un’ottica di potenziamento reciproco dei ruoli e delle mission per una società e un’economia più sane e più forti.