Prima nascita nel centro maternità della onlus Anladi “adottato” da Cir Food a Kinshasa in Congo e nuovo progetto in Eritrea
Il regalo più bello è arrivato proprio a ridosso delle festività natalizie. Nel centro sanitario di maternità “Michele” di Sans Fill-Mont Ngafila (Kinshasa), uno dei quartieri più popolati della capitale congolese, è nata la prima bambina, Michelle, con l’assistenza del personale del centro, istruito da due esperte capo sala reggiane che hanno svolto sul posto uno stage formativo.
Tutto ciò è stato possibile grazie al sostegno di CIR food, che ha stanziato, in questi anni, 30mila euro per gli arredi e le attrezzature necessarie, oltre alla trasferta delle capo sala. La struttura, inaugurata nel settembre 2013, mette a disposizione della popolazione locale, 24 ore su 24, ambulatori per effettuare esami diagnostici e visite specialistiche, nonché partorire in sicurezza. Nel centro sono operativi anche un laboratorio prelievi e una farmacia per la somministrazione di farmaci salvavita, in primis anti-malaria, e di alimenti per i bambini malnutriti. Infine sono disponibili due stanze ricovero.
“Abbiamo accolto con gioia la notizia della prima nascita nel centro maternità di Kinshasa, un progetto in cui abbiamo creduto fin dall’inizio dando tutto il sostegno necessario – ha commentato la presidente di CIR food, Chiara Nasi.
L’iniziativa “Adotta un punto nascita” è stata coordinata dall’Associazione Anladi, Annulliamo la Distanza Onlus, presente in diversi Paesi africani con progetti di sostegno alle comunità locali. Fra questi anche “Camminiamo insieme in Eritrea”, al quale CIR food contribuisce da quest’anno, dopo aver dato un primo sostegno nel 2010.
Il progetto, nella sua prima fase, consisteva nella formazione di ortopedici eritrei, con la collaborazione dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, per metterli nelle condizioni di conoscere e praticare le tecniche operatorie per intervenire a correggere le malformazioni che rendono invalidi per tutta la vita migliaia di bambini in Eritrea. Oggi i medici, infermieri e tecnici eritrei hanno raggiunto un buon livello di autosufficienza e operano in piena autonomia: 300 sono gli interventi chirurgici già effettuati. La seconda fase del progetto riguarda la costruzione e allestimento di due sale operatorie per mettere in condizioni gli ortopedici locali, ora che hanno acquisito il know how, di operare i bambini in condizioni igieniche sicure e in un ambiente dignitoso. Il contributo di CIR food, pari a 15.000 euro, servirà per finanziare l’impianto dei gas medicali, quale completamento fondamentale, affinchè le sale operatorie possano entrare in funzione. Senza gas medicali, infatti, i rischi per i pazienti, soprattutto i più piccoli, sarebbero enormi, oltre alla impossibilità di eseguire anestesie, di praticare manovre di rianimazione in caso di emergenza ed avere l’alimentazione per alcuni particolari strumenti chirurgici in particolari quelli di chirurgia ortopedica.