STORIE DI RESISTENZA: ADELMO CERVI HA INCONTRATO I RAGAZZI DELLO STRADELLO
È il 26 gennaio 2016, Adelmo Cervi arriva pedalando con la sua cagnolina Milka che lo segue a ruota. I ragazzi del centro Concha (una struttura della cooperativa sociale Lo Stradello), impazienti di vedere il nuovo ospite, sono già fuori dalla porta da qualche minuto ad aspettarlo. «Si scambiano abbracci e saluti, presentazioni e sguardi – spiega Maurizio Fajeti dello Stradello – c’è una sottile carica magnetica nell’aria, chissà se sono il solo a percepirla. Prima di parlare Adelmo ci mostra un video sui fratelli Cervi, la resistenza, il fascismo, la guerra. Parte la musica e non si sente più volare una mosca; la Gang ha scritto questo pezzo in ricordo dell’eccidio fascista, poi “Sette fratelli” è stato ripreso dai Modena City Ramblers che ne hanno fatto una ballata che tocca il cuore, non posso fare a meno di sussurrarne le parole. Basta poco e non sono solo gli occhi sottili di Adelmo a farsi lucidi, l’emozione è palpabile tra noi e come dice il testo della canzone, abbiamo tutti la sensazione che “… i figli di Alcide non sono mai morti”. Adelmo parla come un fiume in piena, i ragazzi ascoltano rapiti dal racconto, questa è cultura sociale e solo dio sa quanto ce ne sia bisogno di questi tempi. Dopo, tutti insieme a mangiare qualcosa, e ancora chiacchiere e saluti, abbracci e foto. Poi Adelmo, uno dei sopravvissuti della famiglia Cervi, ci guarda un’ultima volta con quel suo sguardo stanco, un poco ironico e tagliente come una falce; sorride e monta sulla sua bici, con la mano agita un breve saluto e riparte col suo carico di ricordi, inseguito da Milka che gli trotterella dietro rapida come un furetto. Buon viaggio compagno Adelmo, a presto».