Un libro su Valdo Magnani cooperatore
Valdo Magnani, politico e intellettuale raffinato, tra le personalità più importanti del dopoguerra italiano, è noto in particolar modo per la sua tormentata vicenda politica legata al Pci. Ma per un lungo periodo, dopo il suo rientro nel Pci agli inizi degli anni 60, fu un dirigente cooperativo di altissimo livello, tanto da diventare per due anni presidente della Lega Nazionale delle Cooperative.
Su questa sua esperienza cooperativa è appena uscito un libro scritto dallo storico Tito Menzani: “Valdo Magnani cooperatore. Un intellettuale reggiano e il suo contributo per una impresa differente”. Di questo lavoro, edito da Unicopli, e della figura di Magnani si è parlato il 16 settembre a Festareggio, in una iniziativa organizzata da Istoreco. Sono intervenuti lo stesso Tito Menzani, Simona Caselli, presidente di Legacoop Reggio Emilia, e Maurizio Brioni, dirigente di Coopsette e studioso del fenomeno cooperativo. Ha coordinato l’incontro Mirco Carrattieri, presidente di Istoreco.
Menzani ha tratteggiato l’esperienza nella cooperazione di Magnani, un periodo non breve della sua vita, ma ancora poco studiato. Presidente prima dell’Associazione nazionale delle Cooperative agricole, poi presidente del Fincooper, la finanziaria della Lega delle Cooperative, viene eletto presidente nazionale della Lega delle Cooperative tra il 1978 e il 1979. Ruolo questo che assume in un momento drammatico per la Lega, coinvolta nell’affare Duina. Magnani viene scelto per le sue capacità e per la sua statura morale. Se l’esperienza della Lega delle Cooperative non si conclude in quel periodo, come molti pensavano che dovesse essere, lo si deve all’impegno e all’intelligenza di Magnani. Lasciato il massimo incarico nella Lega Magnani entra poi nel board dell’Ica (l’Alleanza cooperativa internazionale) e assume la presidenza dell’Istituto Luzzatti, per morire nel 1982. Per Menzani nel pensiero di Magnani è evidente un approccio riformista, che si ritrova nei suoi lavori sulla cooperazione. Un altro aspetto del pensiero di Magnani è quello di considerare la forma cooperativa alternativa all’impresa privata e all’impresa pubblica.
Simona Caselli ha ricordato la grande stima che la cooperazione emiliana ha nutrito per Valdo Magnani, una figura che ha saputo unire grandi capacità organizzative con una analisi dell’esperienza cooperativa collocata sempre in una visione più ampia dei problemi. Magnani, nel suo impegno di dirigente della Lega delle Cooperative, ha sempre tenuto al centro la “missione” della cooperazione, come impresa “differente” possibile modello per una economia “differente”. La presidente di Legacoop ha anche sottolineato la visione strategica di Magnani, in particolare per l’importanza data ai problemi del credito (allora sottovalutati nel mondo cooperativo), alla proiezione internazionale della cooperazione e ai temi dell’unità del mondo cooperativo.
Maurizio Brioni, ricordando come Magnani abbia rappresentato una delle ultime figure di “ideologo” del movimento operaio italiano, ha sottolineato uno degli aspetti salienti del suo pensiero: una questione decisiva è la capacità delle persone di autoorganizzarsi, non solo come scelta difensiva, ma anche come prospettiva di miglioramento. Il ragionamento di Magnani non era sviluppato in chiave ideologica, ma partiva dalla necessità di costruire dal basso una società nuova.
Nella interessante discussione su Magnani e la cooperazione non sono mancati anche collegamenti con la situazione attuale, dove emerge in tutto il mondo il ruolo che può avere, e che ha avuto, la cooperazione nella situazione di crisi che si sta vivendo.